Una citazione che è anche una presentazione

(..) Qui è necessario ch’io interrompa il discorso del cliente: sento ora il bisogno di interrogarlo, di  riportarlo al punto di partenza, di chiedergli spiegazioni sui vuoti che il suo discorso ha lasciati nell’ombra.

I vari frammenti del suo discorso tendono a coordinarsi e a saldarsi attraverso questa mia inchiesta; le parti così sono invertite: era lui che mi opprimeva con il suo racconto, ora son io che lo incalzo col mio interrogatorio.

E quando finalmente consento a lasciarlo tacere, il suo cuore si è svuotato: il suo caso è diventato il mio caso.

Ora io ne so più di lui: la sua vicenda è trascritta in bella copia nel mio pensiero, s’è ordinata e chiarita; vi ha assunto una giustificazione logica che prima non sapeva di avere.

E se egli vorrà conoscere come essa si è svolta sarà lui d’ora innanzi che dovrà chiedere spiegazioni a me.

Quando il cliente se ne va, il mondo dell’avvocato è popolato di una nuova esperienza: ossia di una pena in più, ma anche di una ragione in più per sentirsi affezionato alla vita.

Era entrato un seccatore, ma sotto ci si è scoperto un debole da consigliare, un innocente da difendere, forse un amico da consolare.

Così l’avvocato rimane solo nella stanza carezzando i suoi fidati codici; l’idea di imbarcarsi è svanita: deve rimanere a terra dove c’è tanto da fare.”

Piero Calamandrei

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